Se la siccità di queste settimane impone ai consorzi di bonifica un “prelievo” super di acqua dal lago di Garda, per il futuro è necessario un ripensamento delle strategie irrigue.
A margine dell’assemblea nazionale di Anbi in cui è stata eletta nel consiglio nazionale, Elide Stancari, presidente del Consorzio di Bonifica Territori del Mincio, ci ha detto: «Questa è un’annata irrigua difficile, sta oltrepassando il picco dell’irrigazione, e ha messo in campo il lavoro della bonifica, da un lato, l’impegno degli agricoltori, dall’altro. Ora chiediamo di trattenere l’acqua quando c’è e, quindi, di pensare a nuovi invasi». Mentre infatti, in queste ore, si derivano 72 metri cubi al secondo dal lago di Garda (che dal Mincio giungono al comprensorio della Bonifica Territori del Mincio oltre che quella del Garda Chiese) la presidente pone l’attenzione sull’annata in corso e le soluzioni per controbattere la crisi idrica: «Credo che dovremo trovare il modo – spiega la presidente – di porre a livello nazionale l’esigenza di riconsiderare il tema degli invasi nell’arco alpino perché è uno spreco lasciare correre via acqua buona d’inverno per poi non averla in estate. I nostri agricoltori, in queste settimane, sono stati molto bravi accettando anche sacrifici. Ma l’ottava grave crisi idrica dal 2000, le punte di 37-38°C toccate nel mantovano, il calo dell’80% delle precipitazioni tardo primaverili estive, indica che il cambiamento climatico è in atto, fa sentire i suoi effetti e dobbiamo proporre soluzioni: pena la scomparsa di un’agricoltura di qualità, danni agli agricoltori e per l’ambiente». La riflessione del neo consigliere nazionale Anbi si spinge anche a una proposta progettuale: «Oltre al tema degli invasi - conclude Elide Stancari - dovremo affrontare anche quello delle cave di ghiaia dismesse che possono essere buoni serbatoi idrici».
(fonte "La Voce di Mantova", pubblicato il 18/07/2017)